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Il progetto di Modena

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L’Azienda Panini Tessuti di Modena, oltre a contribuire alla realizzazione di un’installazione per la città de L’Aquila all’interno del Progetto Mettiamoci una Pezza, qui il progetto, collabora al Knitting Day del 6 aprile con una installazione nel centro storico di Modena.

L’installazione è composta da un grande telo su cui sono state cucite tante pezze a maglia che rappresentano in modo stilizzato delle case. La casa dal punto di vista simbolico significa protezione, sicurezza, stabilità: tutto ciò che viene a mancare quando un terremoto scuote una città e delle vite. In questa installazione le case hanno occhi, bocche e sembrano voler comunicare qualcosa. Dal centro partono dei fili colorati che creano un intreccio, un legame. Sul telo nero spiccano delle cuciture dorate. Come nella tecnica tradizionale cinese del Kintsugi, in cui la ceramica viene recuperata mettendo in evidenza le fratture con dell’oro, le cuciture dorate vogliono essere rappresentative della possibilità di recupero e rinascita.

L’opera non è completa, ma richiede la collaborazione di chiunque voglia interagire.

La casa che si trova al centro dell’installazione è in realtà una tasca che contiene aghi e fili di lana e chiunque, passanti e curiosi, possono usufruirne contribuendo alla realizzazione dell’opera finale.

L’opera è stata installata sulla Torre Ghirlandina del Duomo di Modena, simbolo della città.

hastag dei progetti #mettiamociunapezza

Il progetto di Mettiamoci una pezza

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Il progetto della scuola sec. di Castiglione Messer Marino

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La Scuola secondaria di primo grado  di Castiglione Messer Marino. Classi I, II e III aderiscono al progetto di Mettiamoci una pezza!

“Con i ragazzi e con l’aiuto pratico e la docenza delle Nonne, “metteremo una pezza” sull’atrio della nostra scuola.

I ragazzi sognano una scuola che dia colore.. alle giornate, al territorio, al paese. Cominceremo con il dare colore e luce prima di tutto a noi stessi! Poi chissá…”

Grazie ragazzi, siete i benvenuti!!!!

Il progetto di Mettiamoci una pezza

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Il progetto di Campotosto – Assunta Perilli

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“A 10 anni dal primo terremoto che ha “scosso ” la nostra terra, e a 2 anni dall’ultimo, la bottega, la fonte della tessitura,  aderisce al progetto di Mettiamoci una pezza installando all’ ingresso di una zona rossa di Campotosto, la strada che conduceva alla mia bottega, tutte le pezze colorate che mi invierete.
Colori, misure e fantasie sono a carico vostro, noi faremo l’allestimento, lo filmeremo e lo invieremo alle organizzatrici del progetto.
Entro la fine di marzo
Spero sarete tante
A presto

Se volete aderire a questo progetto scrivete a trelicci@gmail.com oppure mettetevi in contatto con: La fonte della tessitura,   oppure spedite le pezze a:

La fonte della tessitura
Via Roma
670
13 Campotosto (AQ)

Chi è Assunta Perilli?  è un’ archeologa e tessitrice di Campotosto. Dal 2000 si occupa di tessitura a mano e di lavorazioni tradizionali della lana, del lino e della canapa.

Vi rimandiamo al suo blog ed in particolare ad un suo articolo dedicato a Campotosto campotosto 2 anni dopo… assolutamente da leggere!

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Il progetto di Sormano – Como

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Sormano è un piccolo paese sito a 800 metri nel Triangolo lariano in provincia di Como.

Nella frazione di Dicinisio si trova la chiesa di Santa Maria, chiesa che domina la piazza, recentemente restaurata, che dà accesso al paese vecchio.

Abbiamo scelto di costruire la nostra rete a partire da questo luogo per esplicitare il desiderio di rinascita a fronte dello spopolamento che caratterizza Sormano e tanti paesi di montagna.

I fili rimandano alle relazioni, alla filatura e alla tessitura e alla knitting art.

Le relazioni tra le persone costituiscono il punto di forza per costruire progetti e attività che permettano lo sviluppo del paese. Donne e uomini, agendo sia individualmente che all’interno delle diverse associazioni a livello volontario, rendono possibile l’organizzazione di iniziative e la condivisione di saperi.

Filatura e tessitura, ora praticamente scomparse,  sono state attività caratteristiche del territorio comasco. A Sormano, nel 2003,  è stata chiusa, dopo cinquant’anni di attività, una filatura che occupava al momento della chiusura 60 persone, oltre il venti per cento della popolazione in età lavorativa.

La knitting art è stata introdotta a Sormano nel corso del II Simposio di Arte contemporanea (2017) e portata avanti dal gruppo Oli, petroli e candeggina.

Dalla piazza Santa Maria è affidato a Pina Meroni il compito di portare il filo delle relazioni alla antica sede della Latteria Cooperativa, oggi punto di raccolta dei materiali che costituiranno il Museo degli antichi mestieri.

Qui una seconda rete segnala l’edificio che si sta predisponendo per la messa in sicurezza dello stabile, il rifacimento del tetto e la messa a norma della struttura da parte dell’amministrazione comunale.

Da Sormano le reti esprimono l’augurio di rinascita  per L’Aquila e per i paesi terremotati.

Il progetto di mettiamoci una pezza

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Il progetto di Cremona

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Il progetto di Cremona

Questo è un progetto molto particolare, ideato da un gruppo di artiste.

Il Movimento Arte Inessente, che promuove i valori della “Carta dei Diritti della Terra”, quest’anno aderisce al progetto lanciato dall’Associazione Culturale Animammersa. Il progetto Mettiamoci Una Pezza nasce nel 2012 ed ha realizzato una delle più grandi ed importanti azioni di Urban Knitting in Italia, è sempre attivo e compie azioni di denuncia riguardo ai temi legati alla tutela del patrimonio paesaggistico e alle criticità territoriali mantenendo alta l’attenzione verso le fragili politiche di prevenzione delle catastrofi ambientali. E non solo. Cultura, arte e sociale sono i temi su cui si incardina il lavoro dell’associazione che da quando è nata cerca nella sperimentazione artistica la via per proporre una visione originale e profonda della realtà che ci circonda, ed è su questi valori condivisi che il Movimento Arte Inessente, propone il suo progetto artistico, frutto della collaborazione e dell’esperienza delle artiste Donatella Bianchi, Daniela Dente aka DADE, Fausta Dossi, Roberta Musi.

Il progetto

Da un corpo centrale (tematica) partono liberi dei fili che collegano le varie pezze (con vari soggetti), come cavi che virtualmente si uniscono, rappresentando così l’idea della rete che vogliamo visualizzare.

La tematica è legata ai valori etici condivisi, alle migrazioni e ad altre tematiche sociali, rappresentate con materiali, tecniche e espressività differenti delle quattro artiste, anche questa differenza sottolinea che pur nella differenza espressiva si può essere interconnessi e lavorare sotto un unico obiettivo comune con valori condivisi. Il progetto sarà presentato in occasione degli eventi collaterali inseriti durante il periodo espositivo della Fiera di Cremona.

Tessiamo la Rete per un Mondo Migliore

Con questi fili tendiamo e tessiamo una rete per unire virtualmente la gioia e la spensieratezza che ogni bambino dovrebbe avere, ma anche il diritto di ogni essere vivente alla vita e a camminare (spostarsi) sicuro per le vie del mondo. Intessiamo l’infinita curiosità e la sete di sapere, il muoversi incessante tra colori e lettere, per l’arricchimento culturale, tenendo e rispettando Madre Terra e i suoi vitali nutrimenti di cui nessun essere vivente può fare a meno e di cui deve esser grato (ad essa).

Il Progetto di Mettiamoci una pezza

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Il progetto di Fiumefreddo – Catania

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Il progetto di Fiumefreddo – Catania

L’associazione di promozione sociale ITACA, acronimo di Il Territorio Al Centro dell’Attenzione,  con sede a Fiumefreddo di Sicilia in provincia di Catania, nasce nel 2011 con obiettivo sociale lo sviluppo locale a 360 gradi.

“Aderiamo, in collaborazione all’Assesorato alla Cultura del nostro comune Fiumefreddo di Sicilia, al progetto di Mettiamoci una pezza, evidenziando le zone rosse del nostro territorio : area ex Siace-Keyes e Riserva Naturale del fiume Fiumefreddo.”

La Siace e la Keyes

Nel 1964,  nell’area di Marina di Cottone del comune di Fiumefreddo di Sicilia, sorse quella che diventò la più grande cartiera della Sicilia, la SIACE. A poche decine di metri, da qualche anno esisteva già un’altra piccola cartiera, specializzata nella produzione di cartoni per le uova, la Keyes. Il loro destino risulterà simile, contrassegnato da un’età dell’oro, la frana, l’abbandono, i veleni.

Quello che oggi rimane di due realtà industriali è solo una fabbrica di amianto, eternit ed altri materiali considerati cancerogeni. Uno scheletro di una città fantasma, una terra dopo l’uomo, ideale per ragazzi che si addentrano all’interno delle macerie, per cimentarsi in attività ludiche, come il softair, sport di simulazione di azioni belliche. Ignari che tra quelle rovine inalano sostanze tossiche che nella zona mietono vittime in continuo aumento.

La Siace ha chiuso i battenti nel 1987, la Keyes nel 2002. Queste due realtà hanno rappresentato la storia di Fiumefreddo avendo dato lavoro a tanti abitanti del luogo e delle zone limitrofe, e contribuendo alla crescita demografica. Ma bisogna guardare avanti, ed è necessario che l’intera zona venga bonificata seriamente , e sia utilizzata al meglio per la collettività.

La Riserva

Il fiume Fiumefreddo e la Riserva Naturale Orientata, che si estende lungo la parte terminale del suo corso, rappresentano il vanto di tutto il Paese costituendo un bene inestimabile per gli elevati interessi naturalistici e scientifici. Il fiume è inserito in uno scenario naturale senza pari il cui ecosistema fluviale è stato sottoposto a tutela con L.R. 98/81; in seguito, con D.A. n. 205/84, è stata istituita la Riserva Naturale Orientata del fiume Fiumefreddo.
Il Fiumefreddo sgorga dalle falde nord-orientali dell’Etna, la Riserva si estende fra i territori dei Comuni di Calatabiano e Fiumefreddo di Sicilia (separati dall’alveo del fiume omonimo) abbracciando un’area di grande interesse naturalistico-ambientale.
La Riserva è suddivisa in zona A (circa 20 ettari) ed in zona B (circa 55 ettari). Il fiume è lungo circa 1.800 mt ed è alimentato esclusivamente dal progressivo scioglimento delle nevi,; le due sorgenti principali sono: “Capo d’Acqua” (in dialetto Testa sciumi) e “Caldare Fiorino” (Quadare, cioè pentole in dialetto siciliano) così chiamate per il caratteristico ribollio delle acque, simile a quello dei pentoloni in ebollizione.
Le particolarità principali di questo corso d’acqua sono la limpidezza e la fredda temperatura (12 o 13 gradi centigradi nel periodo estivo); caratteristiche anche le falde di affioramento, presenti nella zona di pianura, dovute all’esistenza di rocce vulcaniche sotterranee.

Purtroppo è’ veramente triste vedere una Riserva che se mantenuta con un minimo di cura potrebbe essere un fiore all’occhiello del lungomare Cottone.

Se volete partecipare a questo progetto scrivete a:  dott.cinzialaspina@gmail.com

 

 

 

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Il progetto di Roma – Casa Internazionale delle Donne

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Il progetto di Roma – Casa Internazionale delle Donne

Nicoletta Vicenzi e Silvia Felli (Kumash Art) lavorano da anni insieme sia nel campo del restauro di tessuti antichi, sia in un progetto di artigianato artistico.
Aderiscono al progetto “mettiamoci una pezza” individuando “la zona rossa” nella Casa Internazionale delle Donne di Roma. La Casa si trova nel complesso seicentesco del Buon Pastore dove da sempre sono state ospitate donne (fu reclusorio, poi convento).
Oggi la Casa svolge varie ed importanti attività culturali e sociali, rappresentando una grande risorsa per la città. La struttura ospita nel suo interno servizi per la famiglia, uno sportello sociale gratuito dedicato alle donne, varie associazioni, cooperative ed Onlus.
Da qualche anno la Casa Internazionale delle Donne è a rischio chiusura da parte del Comune; nella stessa situazione si trovano anche altre Case delle Donne a Roma (che saranno coinvolte nel progetto).
L’obiettivo di questa azione artistica collettiva è perciò dare una maggiore attenzione e visibilità a questi importanti spazi cittadini.

Se volete partecipare a questo progetto scrivete a: kumashart@gmail.com

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I progetti già attivi

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I progetti già attivi

Qui troverete la lista delle città che si sono attivate per partecipare al progetto di mettiamoci una pezza ( la lista verrà aggiornata man mano che arrivano i progetti). Scegliete la zona a voi più vicina, o il progetto a cui volete partecipare e seguite le indicazioni. E’ possibile partecipare anche a più progetti.

Ricordate che entro il 30 marzo gli allestimenti e i video devono essere pronti.

usate l’hastag #mettiamociunapezza

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Il progetto di Fortaleza – Brasile

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Il progetto di Fortaleza – Brasile

Il Brasile ci mette una pezza!

Janys Oliveira è una giovane artista brasiliana che opera a Fortaleza in Brasile. E’ stata la prima a rispondere al progetto di mettiamoci una pezza. Farà un’installazione da sola, riportiamo le sue parole: ” partecipo volentieri al progetto, l’installazione che farò si intitolerà “ linee concrete in natura “. L’idea è nata pensando ad una parola da voi utilizzata “territorio”, così ho fatto una riflessione su come possiamo pensare e come entriamo in relazione con la natura partendo dalla nozione urbana brasiliana secondo la quale costruire ponti e viadotti costituisce sviluppo urbano e di conseguenza progresso.”

Il progetto non prevede, naturalmente, partecipazioni esterne.

brasile

Il progetto di mettiamoci una pezza

Il progetto di Chieti

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Il progetto di Chieti

Chieti ci mette una pezza!

L’azienda Speciale Multiservizi Chieti Solidale  aderisce al progetto “Mettiamoci una pezza”. Individuando la “zona rossa” nel Villaggio Celdit di Chieti scalo, si fa promotrice del progetto organizzando un’installazione nella sua centrale piazza San Pio X. La scelta ha trovato nella fragilità del posto la sua motivazione. Il Villaggio Celdit, infatti, è nato per ospitare gli operai della fabbrica Cellulosa d’Italia aperta nel 1938, ma dopo la sua chiusura del 2008, con conseguente demolizione, è diventato un quartiere periferico e marginale, nonostante la sua vicinanza al Campus dell’Università Gabriele D’Annunzio. Grazie all’adozione di una tecnica tecnologicamente avanzata che, anziché il legno, utilizzava la paglia per produrre cellulosa, la Celdit era diventata una fabbrica all’avanguardia in tutto il panorama italiano, ampliandosi poi con il nuovo insediamento della Cartiera. Era arrivata a contare un migliaio di dipendenti, trasformando una zona spopolata dedita all’agricoltura in un vivace centro di cultura e iniziative sociali. La sua storia positiva fece da traino per altri grandi insediamenti industriale e fu così che per un ventennio la Val Pescara divenne sito industriale di importanza nazionale ed europea. Chiamato già “quartiere rosso” per l’impegno sindacale, la Celdit da azienda pubblica passò ai privati e, nel tempo, scelte politiche scellerate portarono alla definitiva chiusura dello stabilimento che dava lavoro anche a molte donne, contribuendo all’emancipazione femminile. Ciò provocò la perdita di un patrimonio di cultura tecnica e sociale intaccando l’identità del territorio che ha visto lo sradicamento dei valori legati al lavoro. La circostanza rappresentò un vero trauma per Chieti che aveva stabilito un rapporto viscerale con la sua fabbrica e si era adattata al nuovo paesaggio industriale dello Scalo con la sua fabbrica bianca e imponente che svettava su tutto l’agglomerato di case.

L’iniziativa di Chieti Solidale vuole intendere una “ricucitura sociale” e ricordare il passato con un’installazione culturale e simbolica. Le donne del gruppo Sferruzziamo per il Villaggio, e tutte le altre che vorranno contribuire, realizzeranno pezze di lana bianca e sue sfumature, delle misure di un foglio formato A4, a ricordare la carta. Su ogni pezza, col filo nero, verrà scritta una frase per ricordare sia la storia della fabbrica, sia il terremoto di L’Aquila. Il filo vuole legare idealmente la periferia al centro, con la speranza che la periferia diventi essa stessa centro – culturale, sociale, di nuova attenzione – come lo auguriamo alla città di L’Aquila. I fogli bianchi di lana verranno appesi intorno alla piazza e i fili neri si prolungheranno ad avvolgere gomitoli di carta destinati a raggiungere un centro.”

Chi vuole contribuire con pezze di lana bianca, a maglia o uncinetto, formato A4, contenente una scritta con filo nero, può spedire le pezze stesse a:

Azienda Speciale Multiservizi Chieti Solidale (Centro Ragazzi 2000),

piazza San Pio X, 59 – 66100 Chieti

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Il progetto di mettiamoci una pezza