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Il progetto di Modena

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L’Azienda Panini Tessuti di Modena, oltre a contribuire alla realizzazione di un’installazione per la città de L’Aquila all’interno del Progetto Mettiamoci una Pezza, qui il progetto, collabora al Knitting Day del 6 aprile con una installazione nel centro storico di Modena.

L’installazione è composta da un grande telo su cui sono state cucite tante pezze a maglia che rappresentano in modo stilizzato delle case. La casa dal punto di vista simbolico significa protezione, sicurezza, stabilità: tutto ciò che viene a mancare quando un terremoto scuote una città e delle vite. In questa installazione le case hanno occhi, bocche e sembrano voler comunicare qualcosa. Dal centro partono dei fili colorati che creano un intreccio, un legame. Sul telo nero spiccano delle cuciture dorate. Come nella tecnica tradizionale cinese del Kintsugi, in cui la ceramica viene recuperata mettendo in evidenza le fratture con dell’oro, le cuciture dorate vogliono essere rappresentative della possibilità di recupero e rinascita.

L’opera non è completa, ma richiede la collaborazione di chiunque voglia interagire.

La casa che si trova al centro dell’installazione è in realtà una tasca che contiene aghi e fili di lana e chiunque, passanti e curiosi, possono usufruirne contribuendo alla realizzazione dell’opera finale.

L’opera è stata installata sulla Torre Ghirlandina del Duomo di Modena, simbolo della città.

hastag dei progetti #mettiamociunapezza

Il progetto di Mettiamoci una pezza

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Il progetto di Campotosto – Assunta Perilli

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“A 10 anni dal primo terremoto che ha “scosso ” la nostra terra, e a 2 anni dall’ultimo, la bottega, la fonte della tessitura,  aderisce al progetto di Mettiamoci una pezza installando all’ ingresso di una zona rossa di Campotosto, la strada che conduceva alla mia bottega, tutte le pezze colorate che mi invierete.
Colori, misure e fantasie sono a carico vostro, noi faremo l’allestimento, lo filmeremo e lo invieremo alle organizzatrici del progetto.
Entro la fine di marzo
Spero sarete tante
A presto

Se volete aderire a questo progetto scrivete a trelicci@gmail.com oppure mettetevi in contatto con: La fonte della tessitura,   oppure spedite le pezze a:

La fonte della tessitura
Via Roma
670
13 Campotosto (AQ)

Chi è Assunta Perilli?  è un’ archeologa e tessitrice di Campotosto. Dal 2000 si occupa di tessitura a mano e di lavorazioni tradizionali della lana, del lino e della canapa.

Vi rimandiamo al suo blog ed in particolare ad un suo articolo dedicato a Campotosto campotosto 2 anni dopo… assolutamente da leggere!

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Il progetto di Fiumefreddo – Catania

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Il progetto di Fiumefreddo – Catania

L’associazione di promozione sociale ITACA, acronimo di Il Territorio Al Centro dell’Attenzione,  con sede a Fiumefreddo di Sicilia in provincia di Catania, nasce nel 2011 con obiettivo sociale lo sviluppo locale a 360 gradi.

“Aderiamo, in collaborazione all’Assesorato alla Cultura del nostro comune Fiumefreddo di Sicilia, al progetto di Mettiamoci una pezza, evidenziando le zone rosse del nostro territorio : area ex Siace-Keyes e Riserva Naturale del fiume Fiumefreddo.”

La Siace e la Keyes

Nel 1964,  nell’area di Marina di Cottone del comune di Fiumefreddo di Sicilia, sorse quella che diventò la più grande cartiera della Sicilia, la SIACE. A poche decine di metri, da qualche anno esisteva già un’altra piccola cartiera, specializzata nella produzione di cartoni per le uova, la Keyes. Il loro destino risulterà simile, contrassegnato da un’età dell’oro, la frana, l’abbandono, i veleni.

Quello che oggi rimane di due realtà industriali è solo una fabbrica di amianto, eternit ed altri materiali considerati cancerogeni. Uno scheletro di una città fantasma, una terra dopo l’uomo, ideale per ragazzi che si addentrano all’interno delle macerie, per cimentarsi in attività ludiche, come il softair, sport di simulazione di azioni belliche. Ignari che tra quelle rovine inalano sostanze tossiche che nella zona mietono vittime in continuo aumento.

La Siace ha chiuso i battenti nel 1987, la Keyes nel 2002. Queste due realtà hanno rappresentato la storia di Fiumefreddo avendo dato lavoro a tanti abitanti del luogo e delle zone limitrofe, e contribuendo alla crescita demografica. Ma bisogna guardare avanti, ed è necessario che l’intera zona venga bonificata seriamente , e sia utilizzata al meglio per la collettività.

La Riserva

Il fiume Fiumefreddo e la Riserva Naturale Orientata, che si estende lungo la parte terminale del suo corso, rappresentano il vanto di tutto il Paese costituendo un bene inestimabile per gli elevati interessi naturalistici e scientifici. Il fiume è inserito in uno scenario naturale senza pari il cui ecosistema fluviale è stato sottoposto a tutela con L.R. 98/81; in seguito, con D.A. n. 205/84, è stata istituita la Riserva Naturale Orientata del fiume Fiumefreddo.
Il Fiumefreddo sgorga dalle falde nord-orientali dell’Etna, la Riserva si estende fra i territori dei Comuni di Calatabiano e Fiumefreddo di Sicilia (separati dall’alveo del fiume omonimo) abbracciando un’area di grande interesse naturalistico-ambientale.
La Riserva è suddivisa in zona A (circa 20 ettari) ed in zona B (circa 55 ettari). Il fiume è lungo circa 1.800 mt ed è alimentato esclusivamente dal progressivo scioglimento delle nevi,; le due sorgenti principali sono: “Capo d’Acqua” (in dialetto Testa sciumi) e “Caldare Fiorino” (Quadare, cioè pentole in dialetto siciliano) così chiamate per il caratteristico ribollio delle acque, simile a quello dei pentoloni in ebollizione.
Le particolarità principali di questo corso d’acqua sono la limpidezza e la fredda temperatura (12 o 13 gradi centigradi nel periodo estivo); caratteristiche anche le falde di affioramento, presenti nella zona di pianura, dovute all’esistenza di rocce vulcaniche sotterranee.

Purtroppo è’ veramente triste vedere una Riserva che se mantenuta con un minimo di cura potrebbe essere un fiore all’occhiello del lungomare Cottone.

Se volete partecipare a questo progetto scrivete a:  dott.cinzialaspina@gmail.com

 

 

 

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